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Sono un'anima d'inverno



Pettirosso


La corona dedicata al Calore della Casa e alla leggenda del pettirosso.


L’inverno è quel periodo che amo perché ti fa Indossare i maglioni spessi, ti puoi infilare gli scarponi e non vedi l’ora di tornare al caldo della tua casa.

Sì perché l’inverno ha un cuore caldo… la legna che arde, le tisane nelle tazze enormi, il profumo delle torte di mele che inebriano l’aria e la Magia del Natale (perché l’inverno profuma sempre di Natale!)…

Tutti vogliono scappare da questa stagione ma il cuore più caldo dell’anno lo possiede proprio l’inverno… fidatevi.

Perché l’inverno vi scalda l’anima.


STORIE DI NATALE: LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO


Nella stalla dove nacque Gesù c’era un piccolo intruso: un uccellino marrone si era infilato lì dentro per stare al caldo e si era messo proprio vicino al fuoco. Durante la notte, mentre tutti dormivano, l’uccellino (che nel frattempo aveva fatto amicizia con Gesù bambino) si accorse che il fuoco si stava spegnendo e, preoccupato che il neonato avesse freddo, si mise a sbattere le ali fortissimo per alimentare il fuoco.


Quando venne il mattino l’uccellino, un po’ stanco e vedendo che Maria e Giuseppe si stavano svegliando decise di mettersi a dormire e prese a lisciarsi le penne… quando si accorse che il piumaggio che aveva sul petto era diventato di un bel rosso lucente e siccome era un animale molto sveglio capì che quello sarebbe stato il segno della gratitudine divina verso tutti gli uccellini come lui, che da quel momento si sarebbero chiamati pettirossi.



Ghiaccio

La corona dedicata al freddo che ti punge le guance e alla leggenda dello Spirito dell’Acqua.


Mentre cammini nel bosco e osservi quello che la natura sta proteggendo ecco che il vento freddo ti avvolge.


Il vento soffia e cristallizza ogni singola goccia di acqua che incontra: una magia.

Non avete mai visto quanto sia magico un bosco ghiacciato… sembra fatto di diamanti! La natura ghiacciata è il regalo più prezioso che possiamo vedere e vivere.


LA LEGGENDA DELLO SPIRITO DELL’ACQUA (leggenda di Natale norvegese)


Si dice che nei boschi norvegesi si aggiri una bellissima Troll (che è un essere magico che non per forza somiglia a quello di Harry Potter), vestita di bianco e con lunghi capelli biondi (ha anche una coda da mucca però, cosa che non si capisce come si associ al vestito bianco, forse ha un buco sul retro).


Hulda, questo il nome della donna Troll, è uno spirito dell’acqua e sfortunatamente per lei spesso e volentieri l’acqua in Norvegia si ghiaccia e lei rimane sotto gli strati di ghiaccio.


Un giorno, il giorno di Natale, un pescatore volle portare a Hulda un dolce ma trovando il lago in cui viveva lo spirito completamente ghiacciato e non volendo lasciare il dolce sulla sua superficie (poteva passare una volpe e mangiarselo, che ne sai) decise di fare un buco nel ghiaccio con il suo piccone (cosa ci facesse un pescatore con un piccone è una buona domanda...).

Scava e scava però il ghiaccio era veramente durissimo e il pescatore riuscì a fare solo un buchino piccolo piccolo. Mentre si arrovellava per cercare una soluzione dal buchino uscì una manina piccolissima e bianca che afferrò il dolce: questo allora per magia si rimpicciolì e passò dentro il buco.


Da allora, ancora oggi, nel giorno di Natale è usanza portare allo spirito dell’acqua dei dolcetti molto piccoli, in modo che possano passare attraverso qualsiasi buco nel ghiaccio.



Albero

La corona dedicata al profumo dell’inverno e alla leggenda dell’albero di Natale.


Adoro il profumo che l’inverno ha sulla natura.


Il poter aggirarsi tra i boschi in solitudine e annusare quel profumo inconfondibile di muschio, foglie secche e di umidità (l’umidità ha un suo profumo: chi vive in pianura la conosce e non se la dimentica più perché ti penetra nella mente e nelle ossa).

Vedere gli alberi che stanno entrando in un sonno leggero... stanno riposando in attesa che l’inverno li avvolga con il suo mantello.


LA LEGGENDA DELL’ALBERO DI NATALE (leggenda natalizia tedesca)


C’era una volta un boscaiolo, che era sposato con una giovane donna che amava molto. Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda e quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra. La sera di Natale stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami.

Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami (senza dar fuoco all’albero accidentalmente).


La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto. Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo a guardarsi, imitarono presto il boscaiolo.


Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli del Natale.


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