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Immagine del redattoreElisa Bosi

Il Mese Magico sta arrivando


Neve


Il centrotavola dedicato alla neve… alla neve che avvolge tutto e rende ovattate le cose… tutto ha lo stesso sapore e rumore quando la neve cade.


I campanelli di sottofondo, lucine accese, profumo speziato, musichetta natalizia e sono qui a scriverti a pochi giorni dal mese più bello dell’anno (per me).


Un centrotavola puro che con le sue 4 candele inizia a scandire le domeniche che mi separano al Natale.



Luce


Il centrotavola dedicato alla luce… alla luce delle candele, alla fiamma del camino acceso e ai profumi delle spezie che avvolgono la casa e la cucina in questo periodo.


Un centrotavola profumato che avvolgerà la tua tavola con il suo colore e la sua essenza.


Immagina la tavola allestita per le feste e una creazione che ne esprima la vera essenza.




Nebbia


il centrotavola dedicato alla nebbia… Alla nebbia che noi emiliani conosciamo che ci avvolge e ci entra nelle ossa.


Un centrotavola che con il suo colore e la sua essenza così unica ti avvolgerà e renderà la tua tavola unica!


Immagina il profumo della resina, i colori della natura abbinati a colori freddi come il grigio.




L'avvento


Quattro ceri su una corona di rami sempre verdi è il simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani. Con il progressivo accendersi delle quattro candele, domenica dopo domenica, fino al Natale, si ricordano le varie tappe della storia della salvezza prima di Cristo, simbolo della luce, che via via illuminava le notti dell’attesa fino al sorgere del Sole di Gesù.

La sua origine risale ai Luterani della Germania orientale. La corona d’Avvento è la continuazione di antichi riti pagani che si celebravano nel mese di yule con luci e falò. Nel sec. XVI divenne simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani. Uso che si diffuse rapidamente presso i protestanti e i cattolici. La corona d’Avvento è costituita da un grande anello fatto di fronde d’abete (o tasso o pino o alloro). Va sospesa al soffitto con quattro nastri rossi che la reggono, oppure posta su un tavolo. Ha quattro ceri e si inizia ad attendere il Natale con la prima domenica di Avvento.


Ha forma circolare, poiché il cerchio è, fin dall’antichità, un segno di eternità e unità, come l’anello, che è tutto un continuo, la corona è anche segno di fedeltà: la fedeltà di Dio alle promesse. Quindi, la corona dell’Avvento deve mantenere la sua forma circolare.

La corona, che è un segno di regalità e vittoria, annuncia che il Bambino è il re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempreverdi dell’abete sono i simboli della speranza e della vita che non finisce, eterna appunto. Rami che richiamano anche l’entrata di Gesù in Gerusalemme, accolto come Re e Messia e salutato con l’agitare di rami (ancora oggi la liturgia ambrosiana pone nell’Avvento, il racconto dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme).





Per ornare la corona si usano nastri rossi o viola: rosso, simbolo dell’amore di Gesù che diventa uomo; viola, segno della penitenza e della conversione per prepararsi alla sua venuta. Il consumismo moderno se ne è impadronito e ne ha fatto un motivo ornamentale natalizio.


Le quattro candele hanno un loro significato e vengono accese una per settimana, ogni domenica, quando la famiglia è riunita. Di solito l’accensione è riservata ai più piccoli, proprio perché è una tradizione nata per prepararli al Natale:

La prima candela, quella che si accende la prima domenica di Avvento, si chiama “Candela del Profeta” ed è quella della speranza: ci ricorda che molti secoli prima di Gesù ci furono uomini saggi, chiamati profeti, che predissero la sua venuta al mondo.

La seconda, chiamata “Candela di Betlemme”, è quella della chiamata universale alla salvezza e ci ricorda la piccola città in cui nacque il Salvatore.

La terza è chiamata la “Candela dei pastori”, o della gioia, ricorda i pastori, i primi ad adorare il santo Bambino e a diffondere la lieta notizia.

La quarta è la “Candela degli Angeli” per onorarli per la notizia che portarono agli uomini in quella notte meravigliosa.



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